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Gli scatti di Marija Mandić, fotografa serba, si concentrano spesso sull’identità, sulle radici. Su ciò che la lega alla propria terra. Le sue foto sono un ragionamento ad alta voce con l’album dei ricordi aperto in grembo, la nonna che cuce, un amore che forse ritorna, ma più probabilmente no, perché nulla torna mai davvero com’era. Le fotografie di Marija Mandić sono rotte, rotte come il racconto che illustrano, “La serie di Fibonacci”, dell’autrice Jasna Dimitrijević, serba come la fotografa, che infatti ha potuto scegliere le fotografie per STC partendo da una lettura del testo originale, prima della traduzione italiana di Sara Latorre. È stata Sara a farci conoscere il lavoro di Jasna, a presentare con cura un racconto gigante ma che sa tenersi in punta di piedi, che urla ma intonato. Scoperto il testo, ci è sembrato che soltanto le fotografie di Marija potessero accompagnarlo. Trovate tutto sul nostro sito.
Gli scatti di Marija Mandić, fotografa serba, si concentrano spesso sull’identità, sulle radici. Su ciò che la lega alla propria terra. Le sue foto sono un ragionamento ad alta voce con l’album dei ricordi aperto in grembo, la nonna che cuce, un amore che forse ritorna, ma più probabilmente no, perché nulla torna mai davvero com’era. Le fotografie di Marija Mandić sono rotte, rotte come il racconto che illustrano, “La serie di Fibonacci”, dell’autrice Jasna Dimitrijević, serba come la fotografa, che infatti ha potuto scegliere le fotografie per STC partendo da una lettura del testo originale, prima della traduzione italiana di Sara Latorre. È stata Sara a farci conoscere il lavoro di Jasna, a presentare con cura un racconto gigante ma che sa tenersi in punta di piedi, che urla ma intonato. Scoperto il testo, ci è sembrato che soltanto le fotografie di Marija potessero accompagnarlo. Trovate tutto sul nostro sito.
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11 ore fa
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1/9
Tradotto dal serbo-croato da Sara Latorre, “La serie di Fibonacci” di Jasna Dimitrijević è un racconto immersivo. Lascia entrare, trascina in un viaggio innevato e senza tempo, che richiede la partecipazione attiva dellə lettorə alla comprensione. Se si decide di partecipare, la sensazione è quella di un avvolgimento, come quando ci si avvolge un filo di ferro attorno al dito. Un gesto innocuo, un gioco da bambino quanto da adulto, che con il ritmo ondato della distrazione, alla fine blocca la circolazione, leva il sangue. 
L’avvolgimento è reso più totale ancora dalle foto di Marija Mandić, fotografa serba che ha deciso di partecipare al progetto dopo aver letto il racconto di Jasna nella sua versione originale, prima della traduzione di Sara. Il lavoro di Sara, però, si fa sentire, prima di tutto nell’immenso rispetto che dimostra nei confronti dell’autrice. Come ha detto all’editor Anna Chiara Bassan, «è come se l’autrice gridasse, ma dentro a un cuscino».
“La serie di Fibonacci” non è un racconto per unə lettorə pigrə, non è un racconto che chiede il minimo, non è un posto per rimanere al sicuro. Lo trovate su Super Tramps Club.
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Tradotto dal serbo-croato da Sara Latorre, “La serie di Fibonacci” di Jasna Dimitrijević è un racconto immersivo. Lascia entrare, trascina in un viaggio innevato e senza tempo, che richiede la partecipazione attiva dellə lettorə alla comprensione. Se si decide di partecipare, la sensazione è quella di un avvolgimento, come quando ci si avvolge un filo di ferro attorno al dito. Un gesto innocuo, un gioco da bambino quanto da adulto, che con il ritmo ondato della distrazione, alla fine blocca la circolazione, leva il sangue. L’avvolgimento è reso più totale ancora dalle foto di Marija Mandić, fotografa serba che ha deciso di partecipare al progetto dopo aver letto il racconto di Jasna nella sua versione originale, prima della traduzione di Sara. Il lavoro di Sara, però, si fa sentire, prima di tutto nell’immenso rispetto che dimostra nei confronti dell’autrice. Come ha detto all’editor Anna Chiara Bassan, «è come se l’autrice gridasse, ma dentro a un cuscino». “La serie di Fibonacci” non è un racconto per unə lettorə pigrə, non è un racconto che chiede il minimo, non è un posto per rimanere al sicuro. Lo trovate su Super Tramps Club.
2 giorni fa
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2/9
🏔️❄️🌝 Abbiamo appena vissuto un momento speciale nella vita di STC, e non è ancora finita. Ci aspettavamo del movimento a fronte del nostro primo concorso per testi e fotografie. Del movimento. Qui c’è stato un terremoto. Il numero di proposte che ci sono arrivate è spaventoso, non eravamo psicologicamente prontə. Il tema di questa prima call per la serie STC World era “Se una viaggiatore d’inverno notte”. Un tema molto libero, che potesse lasciarvi la possibilità di sperimentare sia a livello narrativo che poetico o fotografico. Ma non ci aspettavamo una risposta di questo tipo. Ieri a mezzanotte si è chiusa la call, ora ci prendiamo qualche settimana per valutare i testi, poi contatteremo lə autorə e lə fotografə che hanno partecipato. Nel mese di marzo, i quattro testi e i quattro portfolio vincitori saranno pubblicati uno alla settimana. E poi, una sorpresa speciale… copritevi bene. 🏔️❄️🌝
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🏔️❄️🌝 Abbiamo appena vissuto un momento speciale nella vita di STC, e non è ancora finita. Ci aspettavamo del movimento a fronte del nostro primo concorso per testi e fotografie. Del movimento. Qui c’è stato un terremoto. Il numero di proposte che ci sono arrivate è spaventoso, non eravamo psicologicamente prontə. Il tema di questa prima call per la serie STC World era “Se una viaggiatore d’inverno notte”. Un tema molto libero, che potesse lasciarvi la possibilità di sperimentare sia a livello narrativo che poetico o fotografico. Ma non ci aspettavamo una risposta di questo tipo. Ieri a mezzanotte si è chiusa la call, ora ci prendiamo qualche settimana per valutare i testi, poi contatteremo lə autorə e lə fotografə che hanno partecipato. Nel mese di marzo, i quattro testi e i quattro portfolio vincitori saranno pubblicati uno alla settimana. E poi, una sorpresa speciale… copritevi bene. 🏔️❄️🌝
3 giorni fa
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3/9
È in una mattina d’infanzia, è nell’inizio di un gioco all’ombra di un’estate italiana che si comsuma “L’allegria”, il racconto di Raffaele Cataldo uscito questa settimana sul nostro sito. “L’allegria” è il mondo visto attraverso gli occhi di un ragazzino, una boccata d’aria fresca sul quotidiano. Accompagnato dalle fotografie di Alessandra Savino, Raffaele sa dipingere un ritratto giocoso del dramma degli adulti. Sa raccontarne gli effetti, dal basso, come un bambino che guarda al tavolo dei grandi. Editato dalla nostra Anna Chiara Bassan, il testo regala un forte senso d’immedesimazione, che le fotografie di Alessandra contribuiscono ad accentuare. Leggere per credere 🎞️🏖️
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È in una mattina d’infanzia, è nell’inizio di un gioco all’ombra di un’estate italiana che si comsuma “L’allegria”, il racconto di Raffaele Cataldo uscito questa settimana sul nostro sito. “L’allegria” è il mondo visto attraverso gli occhi di un ragazzino, una boccata d’aria fresca sul quotidiano. Accompagnato dalle fotografie di Alessandra Savino, Raffaele sa dipingere un ritratto giocoso del dramma degli adulti. Sa raccontarne gli effetti, dal basso, come un bambino che guarda al tavolo dei grandi. Editato dalla nostra Anna Chiara Bassan, il testo regala un forte senso d’immedesimazione, che le fotografie di Alessandra contribuiscono ad accentuare. Leggere per credere 🎞️🏖️
6 giorni fa
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4/9
🏔️❄️🌝 Noi di STC abbiamo sempre cercato racconti e poesie, fotografie, testi umani, capaci di emozionarci, immagini che sappiano raccontare storie e poesie come un’istantanea. Abbiamo sempre cercato di fermarci, per il tempo di un caffè o di una polaroid, di una rivoluzione. Ci trovavate nella sigaretta condivisa con unə sconosciutə, di notte, e lì sapevamo che avremmo trovato voi. Vi abbiamo sempre cercato, nelle storie, nelle foto. Per tre giorni ancora, però, cerchiamo con il doppio della forza, il doppio dell’intensità. Il tema di questa prima call, l’inizio del nostro grande progetto STC World, è “Se una viaggiatore d’inverno notte”. È un remix del titolo della celebre opera di Calvino, ma non cerchiamo fan fiction, né un lavoro collegato a quel testo. Cerchiamo proprio il remix, lo stravolgimento degli elementi narrativi. Può esserci un viaggiatore, l’inverno, la notte, ma potete anche raccontarci una storia mescolando inizio e finale. È un tema molto aperto, perché vogliamo leggere proposte molto diverse tra loro, così da poter scegliere quattro vincitrici o vincitori e pubblicarli, uno alla settimana, a marzo. Sì, cerchiamo anche fotografie, e il titolo della call è molto aperto proprio perché possiate sbizzarrirvi anche dal punto di vista fotografico. E che voi decidiate di inviarci una o più poesie, un racconto sotto le 5000 battute, un portfolio di massimo 5 scatti con Google Drive o WeTransfer, noi siamo qui, come sempre, prontə a leggere, a immaginare, a vagabondare. La mail è sempre la stessa, info@supertrampsclub.com, vi restano tre giorni per sfruttarla a dovere. 🏔️❄️🌝
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7 giorni fa
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5/9
Le fotografie di Alessandra Savino sono un tuffo nel passato, di quelli precisi, che non schizzano tanto intorno, un tuffo di quelli che le signore sui lettini a sdraio abbassano il libro per guardare meglio, un tuffo col costume aderente e senza occhialini, senza trampolino. Le foto di Alessandra cantano una canzone di anni fa, in vacanza, in riva al mare, io vivo come te, sta scritto su un vecchio apparecchio telefonico, ed è vero, è comune come un ricordo, leggero come un tormentone. Sono gli scatti perfetti per il racconto “L’allegria”, di Raffaele Cataldo, che dell’ingenuità di un ragazzino fa cifra stilistica, dei suoi occhi fa avventura. Trovate “L’allegria” sul sito del Super Tramps Club, con le fotografie di Alessandra Savino.
Le fotografie di Alessandra Savino sono un tuffo nel passato, di quelli precisi, che non schizzano tanto intorno, un tuffo di quelli che le signore sui lettini a sdraio abbassano il libro per guardare meglio, un tuffo col costume aderente e senza occhialini, senza trampolino. Le foto di Alessandra cantano una canzone di anni fa, in vacanza, in riva al mare, io vivo come te, sta scritto su un vecchio apparecchio telefonico, ed è vero, è comune come un ricordo, leggero come un tormentone. Sono gli scatti perfetti per il racconto “L’allegria”, di Raffaele Cataldo, che dell’ingenuità di un ragazzino fa cifra stilistica, dei suoi occhi fa avventura. Trovate “L’allegria” sul sito del Super Tramps Club, con le fotografie di Alessandra Savino.
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1 settimana fa
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6/9
“L’allegria” di Raffaele Cataldo è un racconto antico e giocoso. Con pennellate affettuose, restituisce le tinte lievi di una vita più semplice, un’estate di anni fa, ogni giorno una scoperta negli occhi di Tommy, il protagonista. Si sforza di capire le situazioni che gli gravitano intorno, Tommy, di riempirsi gli occhi di una quotidianità semplice e irreale. Col senno di poi, quell’età assume i contorni di una stagione mitica. «Camminavamo senza fretta davanti alle bancarelle di frutta secca», racconta Tommy. «E io ero sicuro che da grandi anche io e Alessia ci saremmo fidanzati. Oppure fantasticavo che lo zio e Annamaria fossero i nostri genitori, giovanissimi e belli. Alessia e io eravamo i loro figli, in tutto e per tutto uguali a loro, destinati a essere altrettanto belli, altrettanto felici.»
A posare lo sfondo su cui il racconto di Raffaele si posa sono gli scatti di Alessandra Savino, che sanno restituire un’atmosfera, la stessa del racconto, nella sua nostalgia e familiarità. Sono fotografie a cui ci si affeziona, che iniziano a mancarci nel momento stesso in cui finiamo la lettura. 
Il testo di Raffaele, editato dalla nostra Anna Chiara Bassan, lo trovate insieme alle fotografie di Alessandra sul sito di STC. Ci leggiamo lì 🎞️🏖️
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“L’allegria” di Raffaele Cataldo è un racconto antico e giocoso. Con pennellate affettuose, restituisce le tinte lievi di una vita più semplice, un’estate di anni fa, ogni giorno una scoperta negli occhi di Tommy, il protagonista. Si sforza di capire le situazioni che gli gravitano intorno, Tommy, di riempirsi gli occhi di una quotidianità semplice e irreale. Col senno di poi, quell’età assume i contorni di una stagione mitica. «Camminavamo senza fretta davanti alle bancarelle di frutta secca», racconta Tommy. «E io ero sicuro che da grandi anche io e Alessia ci saremmo fidanzati. Oppure fantasticavo che lo zio e Annamaria fossero i nostri genitori, giovanissimi e belli. Alessia e io eravamo i loro figli, in tutto e per tutto uguali a loro, destinati a essere altrettanto belli, altrettanto felici.» A posare lo sfondo su cui il racconto di Raffaele si posa sono gli scatti di Alessandra Savino, che sanno restituire un’atmosfera, la stessa del racconto, nella sua nostalgia e familiarità. Sono fotografie a cui ci si affeziona, che iniziano a mancarci nel momento stesso in cui finiamo la lettura. Il testo di Raffaele, editato dalla nostra Anna Chiara Bassan, lo trovate insieme alle fotografie di Alessandra sul sito di STC. Ci leggiamo lì 🎞️🏖️
1 settimana fa
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7/9
C’è qualcosa, negli scatti di Linda Leveghi, di irriducibile. La giovane fotografa trentina non cerca l’effetto speciale, la meraviglia: mira a sorprenderci attraverso tocchi semplici, quotidiani. La storia che le sue fotografie percorrono è una strada già battuta, da noi, nelle sere di un’estate lontana, coi nostri genitori a discutere di là nell’altra stanza, mentre i cartoni animati scorrono sul tubo catodico del salotto. Riesce, però, Linda, ad aprire uno scorcio, su questa sensazione di familiarità, a relegarlo all’ignoto, a introdurre un sacro senso di fastidio, di sbagliato, in ciò che porta in scena. Non sappiamo cosa sia, ma ci rendiamo conto che, in qualche modo, la storia continua sottoterra, invisibile, come nel racconto “Distanze” di Serena Penni, in cui dietro l’angolo di un parco giochi c’è l’ignoto, il pericolo, il disastro. Trovate il racconto di Serena, con l’editing attento di Alessandro Tesetti, e gli scatti di Linda sul sito del Super Tramps Club 🎈🫗
C’è qualcosa, negli scatti di Linda Leveghi, di irriducibile. La giovane fotografa trentina non cerca l’effetto speciale, la meraviglia: mira a sorprenderci attraverso tocchi semplici, quotidiani. La storia che le sue fotografie percorrono è una strada già battuta, da noi, nelle sere di un’estate lontana, coi nostri genitori a discutere di là nell’altra stanza, mentre i cartoni animati scorrono sul tubo catodico del salotto. Riesce, però, Linda, ad aprire uno scorcio, su questa sensazione di familiarità, a relegarlo all’ignoto, a introdurre un sacro senso di fastidio, di sbagliato, in ciò che porta in scena. Non sappiamo cosa sia, ma ci rendiamo conto che, in qualche modo, la storia continua sottoterra, invisibile, come nel racconto “Distanze” di Serena Penni, in cui dietro l’angolo di un parco giochi c’è l’ignoto, il pericolo, il disastro. Trovate il racconto di Serena, con l’editing attento di Alessandro Tesetti, e gli scatti di Linda sul sito del Super Tramps Club 🎈🫗
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C’è qualcosa, negli scatti di Linda Leveghi, di irriducibile. La giovane fotografa trentina non cerca l’effetto speciale, la meraviglia: mira a sorprenderci attraverso tocchi semplici, quotidiani. La storia che le sue fotografie percorrono è una strada già battuta, da noi, nelle sere di un’estate lontana, coi nostri genitori a discutere di là nell’altra stanza, mentre i cartoni animati scorrono sul tubo catodico del salotto. Riesce, però, Linda, ad aprire uno scorcio, su questa sensazione di familiarità, a relegarlo all’ignoto, a introdurre un sacro senso di fastidio, di sbagliato, in ciò che porta in scena. Non sappiamo cosa sia, ma ci rendiamo conto che, in qualche modo, la storia continua sottoterra, invisibile, come nel racconto “Distanze” di Serena Penni, in cui dietro l’angolo di un parco giochi c’è l’ignoto, il pericolo, il disastro. Trovate il racconto di Serena, con l’editing attento di Alessandro Tesetti, e gli scatti di Linda sul sito del Super Tramps Club 🎈🫗
2 settimane fa
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8/9
“Distanze” di Serena Penni è un racconto dalle tinte accese, disposte a illuminare il perturbante del quotidiano. È in grado di riassumere dolori diversi, con delicatezza. Li porta in scena in un gioco di sfondi che fa cadere la ragione. E le parole, davanti a quei dolori, smettono di avere un senso. Intervengono le fotografie di Linda Leveghi a spiegarlo, a dare una forma all’inspiegabile. Trovate “Distanze” sul sito di STC 🎈🫗
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“Distanze” di Serena Penni è un racconto dalle tinte accese, disposte a illuminare il perturbante del quotidiano. È in grado di riassumere dolori diversi, con delicatezza. Li porta in scena in un gioco di sfondi che fa cadere la ragione. E le parole, davanti a quei dolori, smettono di avere un senso. Intervengono le fotografie di Linda Leveghi a spiegarlo, a dare una forma all’inspiegabile. Trovate “Distanze” sul sito di STC 🎈🫗
2 settimane fa
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