Il pop deve ancora venire

14,00 

“Sì. E quando c’è la salute, c’è tutto, non è per i soldi, ma per una questione di principio, sono sempre i migliori quelli che se ne vanno, gli esami non finiscono mai, il nuoto è lo sport più completo e ce l’ho sulla punta della lingua, Ada, anche adesso mentre aspetto che tu finisca la doccia: hai ragione ed è verissimo tutto. Pensavo di odiarti perché con te non si dicono le parolacce, non si scherza sulla droga, il pop deve ancora venire e si stava meglio quando si stava peggio, però forse è tutto molto più semplice di così: sono un essere umano volgare, e ti odio perché non ti capisco.”
 

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Descrizione

 
Il pop deve ancora venire è un romanzo a episodi composto di tredici racconti, episodi apparentemente disgiunti nel loro accadere in vite e in tempi diversi di altrettanti personaggi, sostanzialmente congiunti dall’essere collezione di predatorietà intraspecie, sobriamente normalizzate. Lo stesso personaggio, in episodi diversi, divora ed è divorato, perdendo e riacquistando il centro dell’inquadratura, mentre scalcia per rimanere a galla nell’organigramma sociale precostituito, per non essere visto mentre perde la più pop delle qualità funzionali contemporanee: essere una brava persona.

Abbiamo usato una parola, romanzo, che in relazione a questo libro può suscitare perplessità. Avremmo potuto, forse dovuto, chiamarlo raccolta di racconti, serie di novelle, florilegio antologico (ok, magari non florilegio antologico, però insomma), ma tanto de Il pop deve ancora venire rimarrebbe fuori da tali definizioni. Perciò preferiamo chiamarlo romanzo a episodi. C’è qualcosa nella sua capacità di raccogliere e intrecciare non solo i personaggi che danno vita all’opera, ma le scene, i suoni, le immagini, c’è qualcosa per cui non può essere definito altrimenti che romanzo. Ci obbliga a riconoscerlo come tale.

La collana di cui questo libro fa parte, la prima della nostra casa editrice, si chiama Atrio. C’è tanto del mondo che rimane chiuso fuori di casa senza chiavi, come è capitato a noi il giorno in cui è nata la redazione. C’è tanto del mondo, soprattutto di quello editoriale, che è sempre in, sempre alla moda, sulla bocca di tutte e tutti, che spinge vendite e numeri e classifiche, salvo essere dimenticato il mattino dopo, quando il party è finito e non rimane che da svuotare nel lavandino le birre avanzate. Ma c’è qualcosa, nel mondo, che resta fuori da schemi e algoritmi, ci sono dei libri indecisi, si vede, se restare a casa o venire e mettersi così, vicino a una finestra, di profilo, in controluce, e voi ci fate: «Ma venite di là con noi, dai», e noi: «Andate, andate, vi raggiungiamo dopo». E restiamo qui, nell’atrio, sulla porta.

 
Anna Chiara Bassan è nata nel 1992 in provincia di Vicenza. Sa alzare un sopracciglio e muovere le orecchie. Anche separatamente.

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