Descrizione
Poco più di una settimana prima dell’uscita di questo numero di Turchese, tutta (o quasi) la redazione del Super Tramps Club si è radunata in un casale sperduto nella campagna piemontese. Uso il verbo al passato, ma in realtà non è ancora successo. Posso immaginarlo, però.
Abbiamo ballato insieme la chiusura di questo straordinario numero di Turchese, che (preparatevi) conta dieci brani di autorə eccezionali, e altrettante serie fotografiche a illustrarli. Ogni testo è stato affidato a un’artista, che ha potuto realizzare in autonomia gli scatti ai quali abbinarlo. Non sarebbe potuto accadere senza il neonato Team Foto, a cui va tutta la gratitudine sia per questo volume che per la mostra fotografica Scatti Turchesi, con le migliori fotografie della storia della nostra rivista.
A Torino la mostra era stata ospitata in una galleria d’arte. Nel pubblico, nascosto fra le lettrici e i lettori, c’era Fabione, il nostro impareggiabile tipografo. C’è questa bellissima ripresa, all’evento di Torino, un video di cinque o sei secondi di Fabione, inconsapevole di essere filmato, che ci ascolta, sorridente, lo sguardo commosso, per poi piegarsi verso il proprio cane, a fargli segno di stare in silenzio. Perché sì, Fabione ha uno stupendo pastore svizzero bianco, e sì, l’ha portato alla galleria d’arte dove si è tenuta la presentazione di Turchese.
Quindi a gennaio, tuttə elegantə, in una galleria d’arte, ad aprile in un casale a farci le canne. Non ci siamo ancora statə, ma c’è qualcosa di cui sono sicuro. Della sensazione di famiglia che si è respirata, lì, fra le colline del Piemonte, per celebrare questo numero. Perché quello che siamo riuscitə a creare, nell’anno che è trascorso dall’uscita del primo numero di Turchese a oggi, è una famiglia. Una famiglia vagabonda, senza una sede fissa, né confini né margini, ma sempre affettuosa, di cui anche il nostro tipografo, volente o nolente, è finito per far parte. E ci riempie il cuore vedere che riusciamo ad avere lo stesso rapporto con voi che ci leggete. Quindi venite alle presentazioni, incontriamoci, portate i vostri cani. Non aspettiamo altro che accarezzarli.
Giulio Frangioni, “Editoriale”
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