Repubblica Popolare del Desiderio

una tappa di Paola.

Buongiorno Paola, o dovrei dire buonasera? Cristo, sembro tuo padre.


Ehi, spero di non disturbarti, come va? Quella del piano di sopra ha imparato a non sgocciolare sul tuo balcone?


Paola, indovina chi ha due pollici e ieri sera era ubriaco marcio.


Ciao Paola, inizio a registrare questo audio per la quarta volta. Secondo le statistiche raccolte finora, lo cancellerò prima di raggiungere i dieci secondi. E invece li abbiamo superati. Quindici, sto andando alla grande questa volta, gli altri a quest’ora li avevo già cenlecciati, cancellati, vaffanculo.


Ehi Paola, ti pensavo perché sono col culo sul materasso gonfiabile della Nina, ci ho dormito sopra. Non mi ricordo chi si fosse preso il mio letto, ieri sera. So che Filippo e Nerea si erano chiusi nella stanza per due ore, ma poi sono usciti. Quando sono arrivato in camera qualcuno stava già dormendo sul mio letto. Adesso comunque non c’è più nessuno e il materasso della Nina è tutto sgonfio. Sono più o meno col culo per terra.

Questa notte ti ho telefonato, sembra.

Dieci minuti e quaranta secondi. Hai risposto alla quarta chiamata e Dio solo sa di cosa abbiamo parlato. Credo di averti chiamata per l’articolo che hai scritto su Before Sunrise, era il nostro film. Era anche l’ultima pagina aperta nella mia cronologia, sono un detective efficiente. Non mi ricordo se te l’ho già detto ieri, ma è un bel pezzo. Il discorso sulla libertà di parola, alla fine, mi ha impressionato. Ma l’ho dovuto rileggere quando mi sono svegliato, non ricordavo nulla. A essere sincero, di ieri sera ricordo Marco che agitava le braccia a elicottero sulla techno e poi non molto. The meaning of rave, sai, come diceva Nerea.
Chiedevano tutti di te.

È tornata in Spagna, ho risposto, ma non sapevo che altro dire.


Quello fra Céline e Jesse è un amore fondato sulle parole, hai scritto. Dio, da quanto tempo non guardo quel film. 

Si incontrano per caso su un treno e si innamorano parlando. Si ritrovano nove anni più tardi, un po’ meno per caso, e sempre parlando rinnovano un sentimento che sembrava relegato nell’album dei ricordi belli, quelli che allietano la memoria ma non danno forma al futuro. Trascorrono altri nove anni ed eccoli di fronte alla loro storia d’amore in crisi, mentre si aggrappano alle parole per venire a patti con i piccoli e grandi compromessi che accompagnano le relazioni di lunga durata, quando la freschezza del sogno romantico non basta più a giustificare i legami.

Ho letto questo paragrafo più volte, in cerca di un messaggio, una frase per me. “Quando la freschezza del sogno romantico non basta più a giustificare i legami”, parlavi a me? È egoistica la presunzione che si tratti di noi? Ricordo la prima volta che abbiamo guardato la trilogia, era dopo una festa e di dormire non se ne parlava. A Granada, accasciati sul divano di Arturo, i nostri peli che si rizzavano al suono di un sassofono. Non avere la forza di alzarmi, nemmeno di baciarti, a noi andava bene perché conoscevamo il motivo. La luce che ci inondava dalla finestra, ma non ci dava fastidio. Non era un problema vedere i passanti guidare, assonnati. Tornare in metro con gli occhiali da sole ed essere gli unici ancora svegli, ci faceva ridere. Eri con me e ci calzava a pennello.

È una sensazione che odio, oggi.

Quando gli effetti scendono e la telecamera smette di ruotare intorno alla pista, le banconote arrotolate non tornano piatte e il giorno dopo devi comprarci le uova e la cassiera non ti guarda negli occhi. Quando neanche riesci a ingoiarle, poi, le uova. Fa male, ma una volta mi piaceva. La prima volta che abbiamo visto la trilogia di Before Sunrise era dopo una festa come quella di ieri sera.

Se non che non poteva essere più diversa.

La storia di Céline e Jesse è raccontata attraverso tre film: Before Sunrise, 1995, Before Sunset, 2004, e Before Midnight, 2013.

È tanto imbarazzante se ti leggo un altro pezzo del tuo articolo? L’audio non te lo manderei comunque.

I film della trilogia escono nelle sale cinematografiche a nove anni di distanza l’uno dall’altro, come se a noi spettatori fosse concesso il privilegio di riaprire una finestra sulla loro relazione e osservarla da un punto di vista esterno: per capire cos’è successo nel frattempo, cosa sta accadendo ora e cosa si prospetta per il futuro. La sceneggiatura, cuore pulsante di un amore fondato sulle parole, è del regista Richard Linklater e degli attori Julie Delpy ed Ethan Hawke: la naturalezza dei dialoghi potrebbe ingannare, suggerendo che sul set ci sia stato spazio per l’improvvisazione. Invece ogni frase era già stata messa nero su bianco, limata con attenzione certosina allo scopo di ottenere la massima efficacia.

Quando ti ho conosciuta, avevi una ciocca di capelli chiara, bianco su nero. Quella notte, quando ti avevo chiesto se anche tu scrivessi, mi avevi risposto solo lettere di scuse. La frase te l’ho rubata col tempo, come tutto il resto.

Ti avevo presentato tutti i miei amici, come te ne importasse qualcosa.

Quando ti avevo vista, sembrava mi stessi aspettando. Un sedile libero al cinema, al centro della fila, la schiera di gambe da scavalcare per raggiungerlo. Sorry, mi scusi, mentre blocchi la visuale a una platea, ma quando arrivi sai che non ne uscirai per alcun motivo. Fino all’ultimo titolo di coda. Before Sunrise, Before Sunset e Before Midnight, uno dietro l’altro. Quest’anno sarebbe dovuto uscire il quarto, ma il regista ha annunciato che non se ne fa niente. Davvero, sembrava mi stessi aspettando.

Una guardia all’uscita dell’aeroporto col mio cognome scritto su un tablet.


Paola, continuo a registrare ma è la parola a mancarmi. 


All’interno di un progetto cinematografico come questo non sorprende la presenza di un poeta, hai scritto. E d’accordo, lo so, non significa nulla. Ma se invece significasse qualcosa?

Appare in Before Sunrise, con un look e un atteggiamento che, lo ammetto, sono al limite della caricatura del poeta stropicciato, che trattiene a stento la passione e anela disperatamente a uno sfogo per il suo talento. Ma tant’è, in realtà è protagonista di una scena interessante, se guardata in prospettiva.

Gli altri dormivano già e il divano sembrava volesse mangiarci, quando abbiamo visto il film per la prima volta. Sono solo parole, ma leggere il tuo articolo ora è come scoprire che i professori del liceo sono andati in pensione. Guardarsi allo specchio e rendersi conto di non somigliare più a nessuno.

La situazione è questa: il poeta richiama l’attenzione di Céline e Jesse e si propone di comporre una poesia che contenga una parola da loro suggerita. Potranno poi decidere quanto pagare il componimento a seconda del grado di soddisfazione. La parola che i due protagonisti scelgono è milkshake.

Milkshake. Dovessi scrivere una poesia a partire da una parola, quale sarebbe la tua?

Io ricordo i graffiti dentro a un treno in movimento. L’orario di chiusura a Malaga, l’eccitazione che dai locali traboccava in strada, le piazze pulite con la scopa. Ricordo la Repubblica Popolare del Desiderio. Prima di tornare in Spagna me ne hai dette di tutti i colori, ma anche quelle erano solo parole.

Le inquadrature della scena sono gestite in modo tale che il poeta sia sempre al di sotto del livello dei due protagonisti: certo, è seduto un paio di gradini più in basso rispetto a loro, ma mi piace pensare che Richard Linklater non abbia scelto i punti macchina avendo in mente il dislivello. Propongo questa suggestione: il poeta raggiunge il livello degli amanti solo nel momento in cui ha composto la poesia e può recitarla per loro, dopo non gli resta che scendere dov’era prima, in attesa di un altro momento di elevazione. Allo stesso modo, la parola acquisisce grandezza nel momento in cui viene inserita in una poesia. Non solo milkshake, la parola in generale. E la poesia può essere anche un componimento in prosa, il dialogo di un film, il Super Tramps Club che oggi mi ospita. Basta ci siano un’intenzione e la consapevolezza formale per trasformare l’intenzione in un discorso.

Non ho la più pallida idea di cosa sia questo Super Tramps Club, ma ho visto che l’hai ricondiviso su Instagram e lo seguo. Prendo in prestito da te anche questo, oggi. Ripenso alla tua frase, solo lettere di scuse.

Mi chiedo cosa sia questo vocale.


Ciao Paola. Ti avevo registrato un audio di quattro minuti, prima ancora uno di sei. Non li ho mandati. Per la maggior parte del tempo leggevo ad alta voce il tuo articolo su Before Sunrise. Bel pezzo, ma non ho capito il finale. Nell’audio di prima fingevo, però insomma, vabbè sai che non sono il tipo per questo genere di–


Scusa Paola, ma che ci siamo detti ieri sera? Non ricordo nulla, c’era una festa qui a casa. Filippo si è fatto Nerea, non so chi abbia dormito sul mio letto, il materasso era tutto sgonfio. Dovevi esserci. Comunque volevo chiederti, mi spieghi il finale del tuo articolo sulla trilogia di Before Sunrise? Da quando dici questo vale per gli articoli di giornale in poi, non ho capito se volessi parlare di Hong Kong dall’inizio o se l’hai deciso alla fine.

E poi, cos’è questo Super Tramps Club?


A maggior ragione questo vale per gli articoli di giornale. Ancora oggi centinaia di persone, soprattutto donne, sono incarcerate per aver riportato fatti e opinioni su una testata. Diciannove giornaliste sono imprigionate in questo momento in Cina, nella regione di Hong Kong.

Pensare a te mi ricorda che alcune persone non vogliamo chiamarle perché non abbiamo nulla da dire loro. Altre, perché avremmo troppo. Ho paura di dimenticare le notti in macchina, gli sconosciuti all’autogrill. Le parole in uno spagnolo stentato, all’alba, quando parlavi al telefono sotto le lenzuola.

Non posso fare a meno di riflettere sulla mia condizione, scrivi. Io mi permetto il lusso di scrivere un approfondimento cinematografico su un film oggi irrilevante e, francamente, sopravvalutato.

So che non lo intendevi davvero.

Posso disquisire sulla posizione scelta per i punti di macchina dall’ennesimo regista maschio all’interno della propria opera, ed è giusto possa farlo. Ma, come vuole dirci Linklater, la parola smuove. Eleva. I racconti sono belli, ma è arrivato il momento di scrivere per il sociale. Di ricordarsi del posto che abbiamo nel mondo. Il mio articolo apre oggi una rubrica, che durerà per due mesi, con questo scopo.

Aspetta, che chiudo la porta. Sono tornati i miei coinquilini. C’è un macello da pulire, qui. L’altro giorno stavo scendendo per le scale con i sacchi della spazzatura da buttare, insieme a Marco. Il sacco si è aperto da sotto, ci abbiamo messo un quarto d’ora a pulire tutto. Non abbiamo ancora trovato la chiave per il container dei rifiuti che abbiamo in cortile. Devo sperare ogni volta di incrociare un altro condomino, scendendo. Marco voleva dirlo alla proprietaria di casa, ma l’ho fermato. Certe cose sono meglio non dette. Altre andrebbero urlate.

Nell’articolo per il Super Tramps Club hai scritto, Before Sunrise è uscito nel 1995. Nello stesso anno l’associazione Reporter Senza Frontiere ha pubblicato il primo rapporto sugli abusi commessi contro i giornalisti di tutto il mondo.

Non mi è chiaro cosa c’entri con il film, ma non lo sapevo.

Da allora ne esce uno ogni anno e il 2021 ha stabilito un nuovo record. Mai, dal 1995, si era contato un numero così alto di giornalisti incarcerati. La regione di Hong Kong, nella Cina di Xi Jinping, conta oggi il più alto numero di giornaliste incarcerate. La blogger Zhang Zhan è stata torturata dalla polizia segreta cinese e condannata a quattro anni di carcere perché accusata di “false informazioni sui social media”. Aveva redatto un rapporto sulla cattiva gestione della pandemia COVID-19 da parte del governo cinese. Ma è solo uno dei diciannove casi contro cui l’RSF ha puntato il dito.

La prossima volta che Marco ballerà come un elicottero, ti manderò un video. Per ora mi basta immaginare che la tipa del piano di sopra continui a sgocciolarti sul balcone.

La crescita di incarcerazioni arbitrarie in Cina, che a oggi ospita la più grande prigione del mondo, è la traduzione del rafforzamento dittatoriale, di un accumulo di crisi e della mancanza di scrupoli di questo regime, ha dichiarato Christophe Deloire, segretario generale dell’RSF.


Tu come stai, Paola?

Io sto un po’ impazzendo. Mi manchi, credo. Il materasso della Nina è tutto sgonfio.

Tutte le parole di Céline e Jesse esistono per scoprire, coccolare e rinnovare l’amore. Per questo il poeta stropicciato, nonostante la stropicciatura che non amo affatto, è tutt’altro che un vezzo o un inciampo di sceneggiatura. I tre condividono la medesima missione, ed è la stessa che abbiamo noi oggi.


Paola, scusami per averti chiamata stanotte. Non te la prendere, sono solo parole. È tutto a posto, se ti va di tornare.

STCworld Facts

Nel 2021, l’associazione francese Reporters sans frontières ha registrato il numero più alto di giornalist* imprigionat* di sempre.

In un solo anno questo numero è salito del 20%.

La regione amministrativa speciale di Hong Kong, un tempo vista come un modello di libertà di stampa per la regione, conta oggi il numero più alto di giornaliste detenute arbitrariamente.

all pictures by David Kirscher e Daniel Ribar.

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