E felice anno nuovo!

una tappa di Luca Pedone e Mirko Fioretti.

2 gennaio 2022

Passeggio per le strade del centro della mia città.

Approfittando delle vacanze di Natale sfrutto il mio ultimo anno da liceale per perdere più tempo possibile e infatti sono uscito con una ragazza per prendere un caffè. Stiamo passeggiando e parliamo del più e del meno in mezzo ai palazzi e alla gente sempre da scansare.

Oggi mi sono alzato pigro come pochi giorni della mia breve vita, mi sono messo i vestiti del giorno prima e di quello prima ancora (tanto lei non lo saprà mai),  sono uscito all’ultimo.
Raggiungendo il posto in cui dovevamo incontrarci e poi passeggiando con lei qualcosa urtava la mia vista, era ingombrante, stava un po’ ovunque.

Non erano gli addobbi.

Il centro, mi rendevo conto solo ora, era disseminato di mendicanti: persone che chiedono un soldo, tossici, anziane signore, uomini di chissà quale paese che dormono per terra.
Insomma era pieno di “barboni”.

Ecco che la bocca si riempie di quella saliva un po’ amara e non è una reazione di disgusto, ma più di fastidio.
Queste persone sono là, stanno male, soffrono, davvero però, e tu sei costretto a vederle soffrire mentre parli del più e del meno e bevi il tuo caffè americano del cazzo.

Come si permettono???? Hai già altre cose a cui pensare.

Quindi interrompo la ragazza con cui oggi avrei dovuto flirtare e porto alla sua attenzione il problema: «Ma hai visto quanti ce ne sono che dormono per strada in ‘sti giorni?» le indico la fila di coperte e cuscini che affolla un portico là davanti. «Credo che sia perché sotto Natale i rifugi chiudono: è tremendo».

I suoi occhi si illuminano: «Sì, lo so, è ingiusto, povera gente. Io per esempio ho adottato un bambino a distanza…» è incredibile la sua capacità di spostare sempre il discorso su di sé.

Alla fine dell’uscita ci salutiamo sorridenti: «Allora, senti, buon Natale non te lo posso più dire, buon anno però sì».
«…e felice anno nuovo anche a te, Giulia».
Certo, mo’ ripetilo al tipo che dorme per terra in via Bogino.

15 febbraio 2022

«Lore, te l’ho detto: offro io, non ci sono scuse. Te lo devo».

«Ma no, bro, non esiste. Non scherzare-»
«Ma no, bvo, non schevzave… Oh, senti: ormai ho deciso!»
«Scusate: avete monetina, euro? Per mia famiglia, non ho soldi…»

Il silenzio cala, ci guardiamo entrambi i piedi, se non fosse che di mezzo c’è il tavolo con gli avanzi di quello che ci siamo appena pappati. Passano alcuni secondi geologici, il tipo se ne va.
Io guardo Lorenzo: «I soldi che ho mi servono…»

La realtà è che qualcosa la si trovava comunque, non ero io quello che fino a tre secondi prima voleva offrire e fare il gradasso? E che mi sta a significare che i soldi mi servono?

Lorenzo qualcosa lo aveva di certo se era pronto a pagarsi il pranzo. Ce ne andiamo parlando di altro ma facendo finta di non farci schifo. Non so leggere nella mente ma so per certo che lo prova anche lui.

5 marzo 2022

Mia madre sono settimane che non dorme per ‘sta cosa della guerra.

Ieri siamo andati a fare la spesa da donare: pappette, omogeneizzati, latte varie… Non la vedo spesso così coinvolta emotivamente in qualcosa che non sia lamentarsi. Non so se sia positivo.

Rimane che comprando quelle cose nella mia testa rimaneva un pensiero fisso, non avevo voglia di esplicitarlo però.
E oggi eccomi qua, al Sermig. Chi l’aveva mai visto il Sermig prima? A mala pena sapevo dove cazzo fosse.

Ancora quel pensiero senza voce.

Scarichiamo la roba e ci presentiamo alla prima responsabile malcapitata.
Mentre faccio una scatola da 20 kg esatti, piena di ceci e pannolini, il pensiero comincia a gridare: per l’Ucraina tutte queste cose ma le altre guerre? Gli altri profughi? Cos’erano loro, merda? E poi tutta quella gente che ci dorme per strada e noi accettiamo che la nostra amministrazione perpetui il suo odio verso la gente povera piazzando panchine su cui non ci si può sdraiare e sgomberando mendicanti per ragioni di “decoro”?

Che persona sono se vado alle manifestazioni in cui grido morte al capitale e al colonialismo se quando effettivamente faccio qualcosa di concreto è solo perché lo fanno tutti gli altri?
Certo, anche gli ucraini sono gente con dignità e profughi con diritto di essere aiutati, ma non è strano che in questo paese di brava gente e generosità si stiano aiutando i rifugiati solo ora? Ora che questi profughi hanno un contenuto melaninico molto basso, non portano il velo e pregano lo stesso dio della maggior parte dei vecchietti di qua?

Tutte belle considerazioni, bravo Mirko, sei un ragazzo sveglio e con ottimo senso critico, ma ci sono i pacchi da fare.
Magari se ti fossi informato prima, invece di avere bisogno del martellamento mediatico di questi giorni, avresti aiutato già tempo fa.

10 marzo 2022

Oggi è giovedì, e tra una settimana farò 18 anni. La frustrazione che provo nel riuscire a parlare solo di me stesso quando scrivo è una compagna da un po’ di anni a questa parte, e in questo discorso si fa più appiccicosa del solito.

La mia vita sta procedendo per il verso giusto; ho creato Turchese insieme a Giulio, ho conosciuto una nuova persona e forse a settembre me ne vado di casa. Cosa c’è che non va? qual è il problema?

Ho provato a sintetizzarlo col passare delle settimane, e credo di essere arrivato alla conclusione che sono solo uno stronzo bianco cis nato nell’Europa occidentale, e questo è il mio problema.

Vivo le storie del mondo attraverso la mia miope lente di ingrandimento, dalla quale mi sento libero di escludere un po’ quello che mi pare, a seconda dei casi. Ho provato ad aiutare, a fare la mia parte, ma come potete vedere finisco sempre a parlare di me e di come io vivo le cose, di quanto io mi preoccupi e di quanto io mi senta a disagio, e ho circa un miliardo di persone dietro che vive allo stesso modo.

Ma questo non è il mio posto, non è il mio momento.

Non vi dovrebbe fregare un cazzo di cosa stiamo scrivendo io e Mirko, non vi dovreste prendere la libertà di leggere un racconto quando fuori dal nostro piccolo buco-Hobbit il mondo affonda. E pure siamo qua.

Vi assicuro che le manifestazioni e l’impegno politico non riusciranno a lavare neanche superficialmente la vostra coscienza, siamo incrostati.

È colpa nostra. Pensateci su. E buon anno nuovo.

all pictures by Ilker Karaman.

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