Un natale Turchese <3

un’intervista di Giulio Frangioni.

Finalmente è arrivato quel momento disgustoso dell’anno in cui tuttə indulgiamo ai nostri istinti più capitalisti. È il momento dei pranzi più noiosi, più difficili. Siamo nel panico, col parentado al completo riunito nella sala da pranzo e noi nascoste e nascosti in cameretta a leggere. Quest’anno, a leggere Turchese tre.

Noi le feste le stiamo trascorrendo così, e tutto sommato ce la caviamo. Ma non vogliamo mettere in salvo soltanto noi stessə.

Questo articolo nasce per lanciarvi un salvagente, dropparvi una fune, un aiuto, qualcosa a cui aggrapparvi se anche per voi questo momento non è altro che uno dei tanti in cui, durante l’anno, vorreste scappare, uscire a vagabondare. Quest’anno siete fortunate e fortunati, c’è un modo per farlo.

E giusto per dirvi che non siete sole, non siete soli. Siamo con voi nella battaglia, abbiamo raccolto una testimonianza dal campo di combattimento da parte di alcune autrici e alcuni autori di Turchese.

A Benedetta Marinelli, per esempio, che per Turchese tre non ha soltanto scritto il racconto Sante Terese, ma si è anche occupata di editare molti degli altri testi, abbiamo chiesto se si stesse distraendo da questo difficile periodo con qualche libro.

Ooooh sì, per il compleanno del più incredibile personaggio della Storia, giustamente, sto leggendo Io sono Gesù di Calaciura (Sellerio) e siccome sogno la neve a imbiancare questo magico Natale, sul comodino mi attende Romanzo con cocaina di Ageiev (Gog Edizioni). Sotto l’albero mi aspetta Il grande sonnellino di Rich (Nottetempo) -grazie Fabri-.

Benedetta Marinelli legge bei libri e non rimpiange questa stagione, che tanto lei è molisana e può starsene in maniche corte pure a Natale.

Guido Casamichiela, invece, l’autore dell’evocativo racconto Il tavolo dei grandi, è stato meno fortunato.

La mia lettura natalizia doveva essere Turchese tre. Visto che non è arrivato in tempo, visto che nemmeno 101 modi per gestire la delusione derivante dall’assenza di Turchese tre in buchetta è arrivato in tempo (sono ancora in fase di correzione di bozze), ho ripiegato su Un allegro nichilismo cosmico di Alessandro Sesto, il più grande autore con cui abbia avuto il piacere di giocare a tennis.

Giorgio B. Scalia, autore di Era il Natale del 1996, in una precedente intervista ha già risposto all’annosa domanda “Gesù o Babbo Natale?” (spoiler, tremendi entrambi), ma a questo giro, siccome nel suo racconto Babbo Natale è un perfido capo supremo, gli abbiamo chiesto: ma alla fine, come capo, Babbo Natale è davvero così stronzo come dicono?

E bene non so come tratti gli elfi forse li sfrutta per un breve periodo e poi fanno ferie tutto l’anno ma di sicuro quelle che davvero patiscono sono le renne cioè se consegna regali in tutto il mondo come fa la renna nel deserto. Povere renne costrette a volare nel cielo le renne a terra devo stare. Se anche tu sei contro la violenza sugli animali o anche se hai pianto quando hanno ammazzato il cane di John Wick ribellati a Babbo Natale. Giù le mani dalle renne!

Lo scrittore Giorgio B. Scalia, progettata la grande fuga, si prepara a far saltare in aria il Polo Nord.

Nicole Trevisan è fierissima di Ore 11:27, il suo racconto su Turchese tre perché, dice, è il primo che finalmente potrà far leggere alla famiglia, perché non troppo scabroso. Tempismo perfetto per il Natale, e forse non è stata una coincidenza. «Ma tu,» le abbiamo chiesto allora. «Hai regalato anche qualche altro libro, o punti solo a sfoggiare Turchese tre

Assolutamente sì, sono una pusher di libri. Tra i tanti che ho regalato quest’anno, Teleny, attribuito a Oscar Wilde, a un caro amico: ho pensato ne avesse bisogno per sviluppare la sua prossima personalità dandy. Ho preso Il finimondo di Antonio Moresco a una zia, il tour psichedelico tra Maradona, Freud e Pinocchio riflette bene il post prandiale natalizio.

«E tu di libri ne hai trovati sotto l’albero?» è stata invece la nostra domanda per Fosca Navarra, autrice del racconto Capirsi.

Macchè. Ho ricevuto una sentenza di vecchiaia sotto forma di due maglioni, però.

Giovanna Daddi, autrice del racconto Voci, ha provato a spiegarci come trascorre il Natale un’autrice supervagabonda. Sorprendentemente, non in modo molto dissimile da tante altre persone.

Caro… sto cucinando da stamani e ancora non ho finito, devo anche trovare il tempo di farmi una doccia. Puoi tranquillamente dire che un’autrice vagabonda cucina arista con patate e tortellini in brodo come la più borghese delle signore.

Testimonianza fotografica dell’arista «ancora da cuocere, tutta bella drogata», dell’autrice italiana Giovanna Daddi.

Più soddisfazioni ci ha riservato Luca Bondioli, traduttore dal francese del racconto Dimora di Julien Bal, l’unico testo in traduzione su questo numero di Turchese.

Te lo dico io cosa fa un traduttore supervagabondo per natale. Cosa faccio io, gli altri, le altre non so. Cosa faccio io quest’anno, per Natale, gli altri anni, quelli passati, sono troppi, non mi ricordo un granché, ero spesso occupato da materiali di natura diversa che tentavano di impossessarsi del mio spirito premendo sul mio corpo… quelli futuri già mi sembra di vederli, tutti in fila, come quando hai uno specchio dietro e uno davanti, ma non voglio dirti niente, per non ucciderti la sorpresa.

Adesso finisco un attimo di rispondere a questa domanda, poi ti dirò, mi vado a mettere la mia tuta mutante e verifico che il martinetto del lancia marine sia funzionante e sarò pronto per lanciarmi in questa notte intermittente. Allora potrò dirti cosa ho fatto, solo allora.

L’ultima domanda, rivolta a Giulio Iovine, autore del racconto tremendamente natalizio Un po’ di buonsenso, faceva più o meno così: «E tu, omonimo, che combini a Natale?»

Io personalmente scrivo, nella speranza di possedere analmente la litweb italiana.

Se siete la litweb italiana e vedete questa faccia, scappate.

Se come noi anche voi avete interesse che il buon Giulio Iovine NON possegga analmente la litweb italiana, acquistate Turchese tre, che tanto è cartaceo quindi non conta come web ma solo come lit. E ancora, a tutte le autrici e gli autori, grazie. Vi vogliamo troppo bene e speriamo lo sentiate. A chi ci sta leggendo invece diciamo, nel caso non si fosse capito, che questa è gente pazzesca, che fino a pochi mesi fa non avremmo immaginato potesse lavorare con noi. Se questo mese volete leggere qualcosa, leggete i loro racconti.

tutte le foto (e molte altre) dellə autorə di Turchese tre.

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