La bolla

una raccolta di Andrea Seminario.

Fuori di Qua

Fuori di qua è dove sento la pace
che mi si trova di nuovo nel cuore
nell’alma giovane quasi perduta
in un’ombra grassa di staticità
Fuori di qua vado in cerca bambino
non dell’amore che molto ricevo
ma di un po' di odio e ostilità
contro cui sguainare la spada
e il cui scalpo mostrare a chi non mi credeva
forte abbastanza io solo
Fuori di qua voglio stare e dormire
mangiare imparare e cantare
agitarmi e sentirmi anch’io utile
tra tanti che cercano il lusso appannato
di mille e una notte in inutili danze
come pupazzi agli occhi insensibili
dei manichini di vita che vedo inappagati
Fuori di qua troverò il mio posto
in un mondo che non sa accettarmi
né contenere i miei ingombranti pensieri
colpevole e incapace a dare un futuro
a chi domani il futuro saprà

Percezione

Sento le mie mani fredde
e a ghiacciarmi i pensieri
è un vento debole ma tenace
che non vuole lasciare lo spazio
prezioso conquistato tra la pelle
ed i vestiti fuori stagione
Sento una strana nenia avvolgente
di sirene lontane che mi vogliono
preda del loro canto di morte
ed ho una percezione
un déjà-vu di mistero
a metà della notte
e la Madre me l’aveva detto 
-mi sono calato in un vicolo cieco
e mai più riuscirò ad uscirne
finché sarò schiavo di questi negrieri
morto sepolto in un campo di grano
la Madre me l’aveva detto e io sordo
la Madre mi aveva mostrato la strada ed io cieco
mi aveva chiesto il perché ed io muto
mi parla nei miei freddi pensieri
e io impassibile come un albero veterano
come la lunga fila di questi veterani
che gridano forte
alle mie sorde orecchie
che affollano la vista
dei miei ciechi occhi
che chiedono risposte
alle mie sorde labbra
che mi guardano mentre mi giro
e continuo a camminare
di ritorno nel buio
non sordo, non cieco, non muto

Da che parte soffia il vento

Ora sento i tuoni della notte
durante il giorno frastornarmi la testa
come il giorno del giudizio universale
forse senza aspettative
sicuramente senza preavviso
Ora vedo le luci sfrecciarmi davanti
come impazzite slot machine
senza soldi da guadagnare
per quanto sfuggevole sia la speranza
un poco è sufficiente ad alimentarla
un poco è sufficiente
Ora grido al vento e al debole muro
che separa me e la mia testa in rivolta
grido al vento e al debole muro
che la Madre aveva ragione
ancora una volta
che non c’è pietà per chi
si prostra schiavo volontario
di un male che già conosce
che non c’è amore
nel mare d’indifferenza
di chi non cerca di uscire dal tunnel
ma in esso crea sudice case di fango
e riposa in pace
nella guerra che vi s’annida
Ora sento da che parte soffia il vento
e vorrei che si placasse
per prenderne direzione opposta
come le ali degli aeroplani
ma questo aumenta il suo impeto
e servono il coraggio e
la forza che restano
per uscirne intero e cosciente
non sarà questa la mia sudicia casa
non sarà questa guerra
la pace che mi spetta

Lego House

Ho costruito un saldo castello
in soli tre giorni
per calarmi nella parte
ed uscirne silenzioso
dalla porta sul retro
non ho più freddo ora perché
mi scalda un potente rimedio
non ho più nenie ad affollarmi la testa
né muse a cui rivolgermi inebetito
non sento più un solo lamento
o forse un grido d’aiuto
mi arriva al naso
odora di marcio e non lo ascolto
Sono lieve e passo tra le case
al quinto piano
senza essere visto da alcuno
senza destare sospetti ai miei amici
che non mi conoscono né lo vogliono
mi sono intrufolato nelle loro vite
per riprendermi i pezzi della mia
che sto perdendo un giorno alla volta
ma sto bene ora
sto bene credo
perché sono al sicuro ora
sono al sicuro credo
ho costruito un saldo castello
in soli tre giorni
per calarmi nella parte
ed uscirne silenzioso
dalla porta sul retro

La Bolla

Ho un dito in cancrena e
una barca di guai
per le mani e non so uscirne
e nessuno sa aiutarmi perché
mi ci sono infilato da solo
come un ladro a cui si accendono
le luci del soggiorno
non suo, non suo
Penso e ripenso e sbatto la testa
contro il muro ogni giorno più debole
e un giorno si romperà
e ne nascerà un bel casino
ne sono certo
ma per ora è intatto
anche se malconcio
e così sono anch’io
distruttivo quando il tempo si ferma
immobilizzato quando esso riparte
come una lucertola al sole
inchiodata alla pietra rovente
dai raggi assassini della sua lampadina
Spero passi il tempo infine
o qualcuno a tirarmi su
dalla bolla in disordine
dove sto per adesso
e per adesso non ho soluzioni se non
nuotare nel fango che mi cinge il collo
e cosa ancor peggiore
ho tre dita in cancrena e
una barca di guai

Route 414

Siedi nel silenzio mentre prendi forma
nelle pieghe di una notte tra cui si sprofonda
forte e tiepida al contatto la tua pelle calda
che conosco a malapena e questo mi spaventa
so che un giorno avrò il coraggio per amarti a fondo
so che il tempo adesso acerbo si farà maturo
so che tutto sarà splendido di vera luce
so che tutto adesso è giusto anche se prematuro
So che sai che ho visto il mondo e sono sceso al fondo
di una mente che mai dorme anche se lo voglio
che ci sono angoli bui che non hai visto mai
che ci sono notti scure ma questo lo sai
sai amare le mie gioie come i miei difetti
sai guardare nei miei occhi seppur imperfetti
Questa strada ti assomiglia perché tocca il cielo
come il tuo sorriso bianco che dal male celo
come tutte quelle lacrime che verserai
perché ti amo più che ognuno ti abbia amato mai
Questa rotta non ha regole né vie di fuga
questi monti sono scudi, questa pelle nuda
non ti lascia sola adesso e mai ti lascerà
finché il mare aperto infine la tua vista avrà
Sai capire il mio universo e sei la prima a farlo
sola in grado di comprenderlo senza isolarlo
sola al mondo cui donare i sogni miei più puri
sola grazie a cui proteggermi dai tempi oscuri
io ti dedico il mio tempo la mia vita strana
la mia forza e questa strada che non sarà piana
ma due cuori e quattro mani sanno farla bella
quattro occhi sanno cogliere la miglior stella

Compagni di Viaggio

È l’ultimo giorno
un nuovo inaspettato magnifico
pezzo di me mi ha già lasciato
con un dolce e speranzoso arrivederci
è l’ultimo giorno e chi se ne frega
delle urla che sento distanti
e che mi chiamano a sé
dimenando minacce ai quattro venti
che nemmeno mi sfiorano
preso come sono dalla contemplazione
della realtà semplice e cristallina dei fatti
è l’ultimo giorno e sento il profumo di casa
già forte nelle mie narici assopite
anche alla distanza che sembra non toccarmi
ora ho finito
lascio la nave
il contratto è scaduto e non vedevo l’ora
i miei compagni pronti a tornare a casa
chi in cerca di una nuova avventura
tra foto perdute nei Cassetti chissà
chi di nuovo sulla vecchia via
che per un lungo attimo credeva Omertosa
il contratto è scaduto e non vedevo l’ora
i miei compagni pronti a tornare a casa
chi in cerca di una nuova avventura
tra foto perdute nei Cassetti chissà
chi di nuovo sulla vecchia via
che per un lungo attimo credeva Omertosa
chi senza un motivo per essere qui
ma di nuovo Felice con la testa sua leggera
chi si logora in una vita che non sa vivere
in trappola in un Mare di Merda
chi si chiude come un riccio
tra le spine Malsane della sua eleganza
chi si punge delle spine di quel riccio
inconsapevole una volta e poi Ancora
chi non coltiva e nel sonno calpesta
la sua Stessa preziosa esistenza
chi ignora alzando le spalle
ogni Evidente tentativo d’aiuto
chi senza lasciare traccia di sé
incolore Viene e Va per il mondo
chi sa tutto e merita ogni sorriso
che il suo Amore incondizionato sa dare
chi sogna e lesto si esilia
da una triste vita che non Condivide
ai miei compagni ormai a casa io brindo
e a loro il mio pensiero ritorna
per ciò che ha detto visto sentito
e di certo mai più sentirà

tutte le foto di Arnaud Freitas.

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