Asparagi, mamma?

un racconto di Giulia Jo Zavaroni.

A cena mamma ti allunga un piatto di purea di patate e piselli.

Ti ho fatto un tè, dice. Ci ho messo anche il miele, per la gola.
Non lo voglio.
Immagini le lacrime formarsi mentre si gira e tira fuori un filo di voce.
È lì di fianco ai fornelli, comunque.

Porta un maglioncino mostarda e si intravede la ricrescita sotto la tinta castana ormai opaca.

Mangi dei piselli molli.

Appena trovi il tempo dovresti andare dalla Martina a rifare la tinta.
Oh, uffa, tu dici? Speravo durasse ancora un paio di settimane. È che in questi giorni non ho avuto un attimo libero…
Mh-hm…
Puoi accompagnarmi, così ti fai tagliare i capelli pure tu. È da un sacco che la Martina chiede di te.
Vado a letto.


Ricordati di stendere la lavatrice quando finisce!
Ah, e mangia, ci sono ancora dei piselli avanzati.

Poi la porta sbatte.

Sul frigo c’è scritto Caffé finito Dai da mangiare al cane Baci mamma.
La tazza di ieri sera è ancora di fianco ai fornelli e la vuoti nel lavandino per poterla riempire di nuovo.
Le ultime ore dense del mattino ti scivolano addosso. Al posto di fare pranzo stendi, ma poi la fame vince e finisci quei piselli direttamente dalla scatola scaldandoli nel microonde.

Vaghi per la casa con un libro in mano, senza raggiungere mai un livello di concentrazione sufficiente per deciderti ad aprirlo.
Mi starò lavando i denti per la… cosa? Quinta volta? Dici allo specchio quando approdi in bagno per noia. Che faccia da schiaffi che hai, a startene a cazzeggiare tutto il giorno. Sei ancora stordita e hai un mal di testa che ti infilza le tempie.

Dovevi esserti addormentata sul divano perché sussulti quando entrano dall’ingresso le voci acute di tuo fratello con amici.

E che ci facciamo poi in pista scusa?
Scarpe sbattute per terra. Un cappello vola per la stanza.
Andiamo in moto, coglione.
Ma la mia è dal meccanico!

E che cazzo ti devo dire, tu ci guardi e sbavi…

Sì, manco foste due fighe… tu col tuo ottanta del cazzo devi vedere se riesci ad arrivare in punta alle salite intanto.

Sbuffi un ciao, ti risponde un coro testosteronico di risatine sommesse e un paio di Ao’, cia’…
Guardarli che si picchiano giocando a pallacanestro un po’ mette di buon umore, finché non decidi che fa troppo freddo e torni davanti al camino.

Vieni in pista pure tu, così provi il CRF. Risate, ridi.

Lo sapranno? Glielo avrà detto? È per quello che ti guardano con un’ombra di pena negli occhi? O è solo la tua immaginazione?

Sì, certo… Col cazzo che metto il culo su un quattro e mezzo.
Ma dai, vieni. Mi fai le foto mentre salto al massimo.
Fattele fare da papà.
Eddai minchia non fai mai niente. Cioè sta settimana… vabbé, oh, saranno problemi tuoi…


Guarda fisso i fornelli dandoti le spalle. Scola la pasta.

Come sarebbe a dire che non mangi?
Non ho fame.
E si può sapere come mai?
Non arrivavate più e ho mangiato dei cracker con il formaggio. E poi dovevo prendere un Oki…
Non è una cena.
Non ho fame lo stesso.

Distribuisce la pasta nei piatti e non ti guarda.

Almeno ti siedi a tavola con noi?
Per?
Perché siamo tutti a cena come una famiglia normale.
Finché ne siete convinti voi…
Oh, ma insomma, ti ci impegni proprio a essere così strega? C’è anche chi prova a superarle, le cose.

Mi pare che le stiate ignorando per bene, ma raccontatevela come volete…
Sbatte il culo della pentola nel lavandino. Ti dà ancora le spalle.
Allora, facciamo che ti vieni a sedere per mangiare gli asparagi.
Che schifo gli asparagi, dici, simulando un conato di vomito e ridacchiando.

Si siede con astio.

Che cazzo di fatica essere i tuoi genitori però, eh! Non fai proprio niente per renderci il compito facile!
Se sai dirmi cosa fare, prego, ma a quanto pare accontentarti non è possibile!
Cosa credi, che noi ci siamo divertiti questa settimana al pronto soccorso?
Avreste tranquillamente potuto lasciarmi lì dov’ero! Le sputi in faccia senza riuscire a evitarlo.

Per essere quelli con la figlia pazza? Lo zimbello del paese? Guarda che cazzo di ingratitudine!
Ma tanto siete già quelli con la figlia pazza! Non te ne rendi nemmeno conto da quanto cazzo tieni alle tue apparenze?

C’è una pausa impercettibile.

Sai che c’è? La prossima volta ti lascio lì.
Sta urlando e strizza gli occhi arrossati, finalmente alza lo sguardo e ti fissa. Non rispondi.
Asparagi, mamma?

Si alza e butta il piatto nel lavandino prima di andarsene.

tutte le foto di Kelsey McClellan.

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