manchi come i queen

un racconto di Giulio Frangioni

5 maggio – mirto endovena

c’è un cowboy in piazza carducci. lo vedo almeno tre volte alla settimana, il mattino. non ricordo quando l’ho notato per la prima volta. girava in tondo, parlava da solo. si arrabbiava, agitava le frange delle maniche. batteva a terra con gli stivali. l’ombra del cappello gli copriva gli occhi, la barba gli nascondeva i lineamenti. proprio come oggi. non so che faccia abbia. non saprei che è lui, se non si vestisse ogni giorno allo stesso modo. stamattina l’ho visto dal finestrino del pullman. era seduto alla panchina della mia fermata, aveva un cartone di vino in mano. dico vino, ma poteva essere succo di frutta o latte o mirto endovena. sono sceso. guardava da un’altra parte, credo. dico credo perché anch’io guardavo da un’altra parte.

9 maggio – che ti chiedi pure (tante domande non hanno risposta)

perché si veste da cowboy? è una scelta o non ha altri vestiti? non devi rispondere per forza. mi chiedo dove abiti, se abiti, se ha abiti. potrebbe essere una tradizione o una forma di protesta. perché quando passo la sera non lo vedo? dov’è la sera, dove può essere un uomo così? e se di lui non so nulla, come posso chiamarlo un uomo così? magari è lì anche la sera, sulla stessa panchina, ma non lo vedo perché ha vestiti normali. che razza di mondo è un mondo in cui niente, niente, se non un vestito di carnevale ti rende visibile agli altri?

11 maggio – tiri di morris

è una canzone country in uno stadio vuoto, al tramonto, con nessuno sugli spalti, l’erba che ti si infila nei buchi della pelle che non sapevi di avere, ma non ci fai caso, perché le canzoni country sono canzoni semplici, le più semplici di tutte, talmente semplici che non ti chiedi da dove vengano, come ci sia finito un pacchetto di morris nella tua tasca, quali siano i buchi nella pelle in cui l’erba riesce a entrare. forse gli stessi del mirto.

12 maggio – ordino un sushi

ti scrivo perché sto aspettando che arrivi il tipo di just eat con il sushi. oggi il cowboy mi ha parlato. era appoggiato a una palizzata, teneva la testa bassa. ho cambiato strada per passargli vicino. stava sussurrando qualcosa tra sé, sputava per terra. ho rallentato per sentire cosa dicesse. sembrava ripetesse herr frankenstìn, frankenstìn. ho rallentato ancora, mi sono fermato. lui ha smesso di parlare. stìn, ha detto. sono rimasto girato verso la piazza: lui era dietro di me, ma non lo sentivo più. cercavo qualcosa da fare, ho preso il telefono. aperto instagram, chiuso instagram, messo via il telefono. ero in ritardo. mi sono voltato, speravo non fosse più lì, ma c’era ancora e teneva la testa bassa. non l’avevo mai guardato così da vicino. ho contato ogni buco nel suo camicione, ogni risvolto della sua giubbetta. ha alzato la testa, ho avuto paura. ha detto hai da accendere?, gli ho risposto no mi scusi e sono andato via.

14 maggio – cambio ‘sto sfondo

non ti scrivo perché mi manchi, ti scrivo perché non mi ricordo come si cambia lo sfondo del pc e sto impazzendo. puoi rispondere, non mi faccio strane idee. se ti va puoi chiamarmi tra una mezz’oretta e mi spieghi dove devo cliccare, ora vado a fare la lavatrice. hai presente la maglietta dei queen che cercavamo, alla fine l’ho ritrovata. se ti dico dov’era non ci credi.

15 maggio – punti del lidl

oggi non c’era il cowboy. sono riuscito a cambiare lo sfondo, però. poi la smetto di disturbarti, ma i punti del lidl che hai lasciato qui, sai, la raccolta… la butto? forse è scaduta.

18 maggio – per ricucire

che problemi stai avendo con whatsapp? hai tolto lo stato e la foto profilo, forse hai cambiato numero, se hai cambiato numero scrivimi quello nuovo poi quando hai tempo, che ti aggiorno sul cowboy. così, per ricucire.

19 maggio – shots di gin

ho pensato che se hai cambiato numero non puoi leggere il messaggio di ieri. volevo dirti che i punti del lidl non li sto ancora buttando, per sicurezza. oggi il cowboy di piazza carducci era sdraiato per terra, col cappello sulla faccia. non mi ero mai accorto che avesse i capelli così lunghi e così bianchi. mi è dispiaciuto se li sporcasse sul marciapiede, ma non potevo svegliarlo. ho avuto paura che qualcuno lo calpestasse per sbaglio. poi ho pensato che puzzava talmente di gin che chiunque l’avrebbe notato. sono rimasto fermo a guardarlo respirare, ero di nuovo in ritardo. quando sono uscito ho ripreso la stessa strada, ma lui non dormiva più lì. avevo l’impressione che ci fosse una sagoma chiara in quel punto, come quando non spolveri uno scaffale per tanto tempo. sollevi un libro e vedi la macchia di pulito sotto. ma forse era una mia impressione.

21 maggio – vuoi passare a cena (ogni “non” è una bugia)

non voglio disturbarti, lo so che mi hai bloccato. ma non fa niente, davvero. non è un problema, volevi evadere per un po’. se poi una sera di queste vuoi passare a cena che ne riparliamo, non ho ancora il frigorifero vuoto. in un mese non è scaduto nemmeno lo yogurt. non sono arrabbiato, solo che non me lo aspettavo. non mi aspettavo nulla di quest’ultimo mese. non ho capito cosa sia successo, da un giorno all’altro. non ho capito cosa volessero dire le parole ho dovuto farlo, per me. non ho mai desiderato che tu fossi diversa, non ti ho mai sottovalutata, non ti ho mai mentito. non ho nessuna confessione da fare.

31 maggio – manchi come i queen

non ti scrivo perché mi manchi, stavolta davvero. ti scrivo per me, perché una confessione da fare ce l’ho. non esisteva nessun cowboy. il cowboy sono io. non sono mai in ritardo e la sera sono qua a casa, a scrivere a te. a scriverti questo:


abbiamo scritto il testo di questo brano sulla base di una vecchia canzone country degli alabama, “dixieland delight”. gli alabama sono una grande band, che ammiriamo. con questa registrazione, che oltre alla melodia non ha nulla a che vedere con il brano originale, non volevamo mancare loro di rispetto. crediamo che nell’arte sia essenziale condividere e citare i propri punti di riferimento. invece, non citeremo neanche una fonte di tutte le illustrazioni che abbiamo inserito in questo articolo. non è una scelta. abbiamo scavato a fondo, ma queste immagini circolano su internet senza che nessuno ne abbia mai riportato gli autori. questo è triste, ciò che abbiamo fatto anche noi di stc è una cosa sbagliata: gli artisti che hanno realizzato questi lavori potrebbero contattarci, lamentarsi. anzi, dovrebbero. per questo motivo abbiamo deciso di pubblicarle comunque. speriamo che questo articolo, con i suoi contenuti rubati, arrivi ai legittimi proprietari. speriamo che non si offendano, ma che ne rivendichino la paternità. speriamo di riuscire, nel giro di un anno, a scoprire i nomi degli artisti a cui abbiamo sottratto queste illustrazioni. li scriveremo qui sotto, uno per uno. poi ci occuperemo personalmente di inoltrare la lista di nomi a tutti i siti web che riportano senza permesso queste immagini. oggi noi di stc prendiamo questo impegno. se sei d’accordo, aiutaci a spargere la voce: sarà un gesto molto più potente di qualsiasi legge sul copyright.


we wrote the lyrics of this track using the tune of an old country song composed by alabama, “dixieland delight”. alabama is a great band that we love. this recording has nothing to do with the original tune, except for its melody: by writing it, we didn’t mean to disrespect them. we believe that in art it’s essential to share and mention one’s touchstones. instead, we won’t mention any source of all the illustrations we included in this post. this is not a choice. we dug deep, but since these pictures circulate on the internet nobody has ever reported their authors. this is sad, what we did here at stc is wrong: the artists that realized these works could contact us and complain. they should. this is the reason why we decided to publish them anyway. we hope that this post, with its stolen contents, will arrive to the rightful owners. we hope that they won’t be offended, but they will claim their paternity. we hope to be able to discover within a year the names of the artists we stole these illustrations to. we will write them below, one by one. then we will personally take care of forwarding the list of names to all the websites that report without permission these images. today here at stc we take this commitment. if you agree, help us spread the word: it will be a far more powerful action than any copyright law.

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